I Campi Flegrei sono un vulcano attivo
In Campania ci sono 3 vulcani attivi: Campi Flegrei, Vesuvio e Ischia.
I Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica situata a nord-ovest della città di Napoli, con una struttura particolare: non un vulcano a forma di cono troncato ma una “caldera”, cioè un’area ribassata (depressione) di forma quasi circolare, che si è formata a seguito di grandi eruzioni esplosive. La caldera dei Campi Flegrei si estende per circa 12-15 km da Monte di Procida a Posillipo, compresa una parte sottomarina.
La storia geologica dei Campi Flegrei è stata dominata da due grandi eruzioni: l'eruzione dell’Ignimbrite Campana (IC-avvenuta 39.000 anni fa) e l'eruzione del Tufo Giallo Napoletano (TGN-avvenuta 15.000 anni fa). Tali eruzioni sono connesse a due episodi di sprofondamento (collasso) che, sovrapponendosi, hanno generato una caldera complessa che rappresenta la struttura più evidente del Distretto Vulcanico Flegreo. Quest'ultimo comprende i Campi Flegrei, parte della città di Napoli, le isole vulcaniche di Procida ed Ischia, e la parte nord-occidentale del Golfo di Napoli.
L’ultima eruzione, tra le minori nella storia eruttiva dei Campi Flegrei, si è verificata nel 1538, interrompendo un periodo di quiescenza di circa 3000 anni e, nel giro di pochi giorni, ha dato origine al cono di Monte Nuovo. Da allora l’attività ai Campi Flegrei è caratterizzata da fenomeni di sismicità, attività fumarolica e idrotermale, in particolare nell’area del cratere della Solfatara e a Pisciarelli, e deformazioni del suolo. In particolare i Campi Flegrei sono caratterizzati dal fenomeno del bradisismo, cioè un lento sollevamento e abbassamento del suolo.
Le manifestazioni più intense e recenti di questo fenomeno sono rappresentate dalle due crisi di bradisismo del '70-'72 e del '82-'84, durante le quali si è verificato un sollevamento massimo complessivo del suolo di oltre 3 m. In occasione di queste crisi si è avuta una intensa attività sismica, in particolare l'ultima crisi è stata accompagnata da oltre 10.000 terremoti, spesso in sciami, che hanno portato, in entrambi i casi all’allontanamento della popolazione residente nel territorio di Pozzuoli: nella prima crisi dei cittadini del Rione Terra, nella seconda di una area più vasta, la cosiddetta Zona A , ricomprendente il centro storico, via Napoli, la zona di Pisciarelli.
In questi periodi di rapida deformazione del suolo si è osservato anche un incremento dell'attività idrotermale nella zona della Solfatara.
Dopo il 1984 nell'area flegrea è iniziato un processo di lento abbassamento del suolo.
Episodi minori di sollevamento si sono avuti nel 1989 e nel 2000, mentre nel 1994 si è avuto un temporaneo arresto dell'abbassamento del suolo.
A partire dal ottobre 2004 è iniziato un periodo di debole sollevamento, accompagnato da modesta sismicità, rappresentata da sciami di terremoti di piccola Magnitudo, che nel maggio 2005 ha raggiunto un valore di circa 11 millimetri.
Nel periodo da maggio a ottobre 2005 si è avuta una stasi del fenomeno di risalita del suolo, mentre da novembre 2005 a marzo 2006 si è verificato un nuovo sollevamento di 13 mm.
La sismicità nei periodi di più intensa deformazione del suolo aumenta considerevolmente sia come Magnitudo degli eventi che come frequenza di accadimento dei terremoti o degli sciami sismici.
Nei primi sei mesi del 2011 è stato registrato un totale di 62 eventi vulcano-tettonici. La magnitudo di questi eventi è in genere inferiore ad 1.0.
Uno sciame sismico è stato registrato il 7 settembre 2012 con circa 200 eventi. I due eventi di Magnitudo maggiore (Md=1,7) sono stati avvertiti dalla popolazione.
Dal dicembre 2012 le variazioni di alcuni parametri monitorati nell’area della caldera hanno reso necessario innalzare l’allerta al livello giallo e attivare la fase operativa di attenzione.
La permanenza delle condizioni che hanno portato all’innalzamento del livello di allerta è il motivo per cui tuttora l’allerta rimane giallo.
Nell'area della caldera dei Campi Flegrei vivono circa 500 mila persone.